Elezioni Regionali
Proponiamo una sintesi, limitata ai dati elettorali, delle elezioni regionali in Italia,.
Le elezioni regionali si svolgono per la prima volta in Italia, per le regioni a statuto ordinario, nel 1970, prima dio allora si era votato per l’Assemblea Regionale Siciliane nel 1947, quindi prima delle elezioni politiche del 1948, nel 1949 tocca alla Sardegna, mentre il Friuli Venezia Giulia vota nel 1964. In Trentino Alto Adige il consiglio regionale é storicamente formato dai due consigli provinciali di Trento e Bolzano, eletti per la prima volta nel 1948, la Valle d’Aosta (formata da un unica provincia) vota per la prima volta nel 1949 ed in quella occasione gli eletti si autoproclamano consiglio regionale anzichè provinciale (le regioni non erano ancora state ufficialmente costituite).
si seguito gli specchietti riepilogativi di Sicilia e Sardegna svoltasi con sistema proporzionale.
Per le 15 regioni a statuto ordinario, invece, si vota il 7 ed 8 giugno 1970, i seggi assegnati alle regioni variano a seconda della popolazione, uguale per tutte le regioni il sistema elettorale di tipo proporzionale, non erano previsti collegamenti di coalizione ed il presidente veniva eletto dal consiglio regionale-
1970
Sono solo otto i partiti che si presentano in tutte le regioni: DC. PCI, PSI, PSDI (che si presenta come Partito Socialista Unitario), MSI, PLI, PSIUP (Partito Socialista di Unità Proletaria) e PRI, il PDIUM (Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica) é assente in Umbria, Molise e Basilicata.
Oltre a queste formazioni nazionali presenti in Parlamento troviamo altre liste che non ottengono seggi: Unione Autonomisti d’Italia in Lombardia, Socialdemocrazia in Veneto, Stella Rossa-Rivoluzione Socialista in Toscana e Lazio, Partito Nazionale Democratico in Lazio e Puglia, il Partito Autonomo Pensionati Italiani in Campania, Indipendenti in Puglia e Partito Comunista (Marxista-Leninista) d’Italia in Calabria.
i voti validi complessivamente sono 27.231.789 ed i consiglieri regionali da eleggere 690.
La DC é il primo partito in tutte le regioni tranne Emilia Romagna, Toscana ed Umbria dove é primo il PCI, in Veneto la DC ottiene la maggioranza dei seggi da sola (28 su 50).
Questo il riepilogo generale:
La DC si conferma il primo partito con 10.303.236 voti ed il 37,83 nazionale, elegge 287 consiglieri regionali, in Veneto e Molise ha la maggioranza assoluta con 28 seggi su 50 grazie al 51,89%, ed 16 su 30 con il 52,08%, in Abruzzo prende il 48,25% e 20 seggi su 40, lo scudocrociato conquista la presidenza di 12 regionisu 15, in Veneto governa da solo, nelle altre con PSI, PSU e PRI (salvo la Basilicata dove l’edera é assente), in Campania é eletto presidente Nicola Mancino.
Il PCI é il primo partito in Emilia–Romagna 43,99% – 24 seggi), Toscana (42,32% – 23 seggi) ed Umbri (41,82% – 13 seggi) , va la governo in Emilia-Romagna con il PSIUP ed in Umbria con PSI e PSIUP, ottiene le presidenze di Emilia (Guido Fanti) ed Umbria (Pietro Conti) mentre quella della Toscana va al PSI. 7.586.983 voti pari al 27,86%, 200 eletti.
II PSI prende 2.837.451 voti pari al 10,42% e 67 consiglieri, miglior risultato in Calabria con il 14,11%, va al governo di 14 regioni su 15, fuori solo in Veneto, in 11 con la DC ed in tre con il PCI, ha un presidente, Lello Lagorio, in Toscana, unico a non appartenere ai due principali partiti. e’ l’ago della bilancia.
Il PSDI per un breve periodo conserva il nome Partito Socialista Unitario ma senza cambiare simbolo, arrivano 1.897.034 voti pari al 6,97% e 41 consiglieri, non lontanissimo dai risultati del PSI, in maggioranza con la DC in 11 regioni. Bene in Basilicata (8,79%) e Piemonte (8,24%)
Per l’ultima volta senza la dicitura Destra Nazionale in una elezione di respiro nazionale, prende 1.425.807 voti, 5,24% e 32 seggi riuscendo ad essere presente in ogni regione con almeno un consigliere, terza forza nel Lazio con il 10,22% e 5 eletti, bene anche in Campania (8,82% – 5 seggi) e Puglia (8,73% – 4 seggi).
PLI , relegato all’opposizione ottiene 1.290.715 voti , 4,74% e 27 seggi, bene in Piemonte (8,03% e 4 eletti), non entra nel consiglio dell’Umbria dove ottiene solo l’,1,85%
Nato da una scissione del PSI, il PSIUP é l’alleato principale del PCI, va quindi al governo di Umbria, Toscana ed Emilia-Romagna, parteciperà solo a queste regionali ordinarie prendendo 879.697 voti pari al 3,22% e 16 consiglieri, bene in Umbria (4,60%), Calabria (3,97%), avendo percentuali uniformi su tutto l territorio nazionale riesce ad entrare in tutti i consigli eccetto il Molise, uno per regione e due in Lombardia ed Emilia-Romagna
Il PRI ottiene 787.011 voti pari al 2,89% e 18 consiglieri, non entra in consiglio in Basilicata e quindi sono 10 le regioni dove é in maggioranza con DC , PSI e PSU. Bene nelle Marche, 4,7% ed in Emilia Romagna (3,96%) e Calabria (4,12%)
Ridotto al lumicino il Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica – PDIUM , non si presenta in Molise, Umbria e Basilicata, ottiene 195.373 voti pari l 0,72% e due soli eletti, uno nel Lazio (1,25%) ed uno in Campania (2,33%), nelle altre regioni supera l’uno percento solo in Piemonte e spesso non é presente in tutte le province. Dopo queste elezioni il partito non prende più parte a competizioni nazionali sciogliendosi, nel 1972, nel MSI-DN.
Presenti solo in Toscana e solo a Lucca (1.016 voti – 0,05% ) ed nel Lazio , solo Roma (6.665 voti – 0.25%) , questa formazione si presenterà anche alle politiche del 1972 in alcune circoscrizioni.
E’ presente solo in Campania (6.385 voti – 0,25%) ma solo in provincia di Napoli , il PAPI in quegli anni si presentava anche alle politiche ma con scarsi risultati.
Fondato in dissenso con il progetto di unificazione del PSDI con il PSI , era presente anche alle politiche del 1968, la lista é solo in Veneto (4.329 voti – 0,17%) ma solo in provincia di Venezia.
Unione Autonomisti d’Italia, la troviamo in Lombardia, 3.389 voti – 0,06% , liste solo in provincia di Milano(0,10%) e Bergamo (0,24%).
Partito Nazionale Democratico, presente solo a Roma (1.958 voti, 0,10% – 0,07% su scala regionale) e Bari (997 voti, 0,14% – 0,05% in regione), é senza dubbio una formazione di destra, il capolista a Roma é Cesare Crosta, leader del Partito Monarchico Nazionale.
Presente in Calabria (2.696 voti – 0,29%) ma solo a Catanzaro e Cosenza , a Catanzaro riesce con il 0,52% a superare il PDIUM , il simbolo usato non é quello 8che é delle politiche 1972) ma con la sigla P.C.M.L.I (partito comunista marxista leninista d’Italia) e la falce e martello inserita in una stella.
Indipendenti (non disponiamo di simbolo migliore) presenti in Puglia, 2.047 voti, 0,11% ma solo a Bari (0,29%).
1975
Si vota il 15 giugno, le elezioni registrano un notevole aumento del PCI che avanza di 5,60% punti e conquista 47 consiglieri in più, arretra la DC, come conseguenza vanno alla sinistra, oltre ad Umbria, Emilia-Romagna e Toscana, anche Piemonte, Liguria e Lazio, fu uno smacco per la DC così grave da portare alla chiusura anticipata della legislatura nazionale un anno dopo. Il numero dei consiglieri passa da 690 a 720 perché a Piemonte, Veneto e Lazio ne vengono assegnati 10 in più.
QUESTO IL RIEPILOGO GENERALE
10.698.157 voti pari al 35,27% e 277 seggi (- 2,46% e – 10 seggi), si conferma primo partito in Lombardia (37,48%), Veneto (48,02%), Abruzzo (42,50%), Molise (50,01%), Campania (36,68%), Puglia (38,24%), Basilicata (41,85%), Calabria (39,57%). Prende la presidenza in tutte queste regioni e nelle Marche dove si alterna con il PSI nel corso della legislatura.
10.148.723 voti pari al 33,46% e seggi (+ 5,60% e + 47 seggi), primo partito in Piemonte (33,91%) , Liguria 38,37%) , Emilia-Romagna (48,29%), Toscana 46,47%) , Umbria 46,13%) , Marche (34,88%, solo 0,42 più della DC che però conquista 16 seggi contro i 15 del PCI) e Lazio (33,52%), presidenza in Liguria, Emilia-Romagna ed Umbria mentre cede al PSI Piemonte e Toscana e si alterneranno nel Lazio.
3.631.912 voti pari all’ 11,97% e 82 seggi (+ 1,55% e + 15 seggi), migliori risultati in Calabria (14,74%), Lombardia (14,05%), Umbria (13,87%) e Calabria (13,47%), determinante per formare tutte le maggioranza (tranne che in Molise dove la DC ha 6 seggi su 30), é al governo in TUTTE le15 regioni, con due presidenze (Piemonte e Toscana), metre nel Lazio si alterna con il PCI e nelle Marche con la DC.
1.950.213 voti pari al 6,43% e 40 seggi (+1,20 e +8), se il terzo partito é al governo ovunque il quarto é all’opposizione ovunque, risultati buoni ma decisamente in calo rispetto al boom del 1972, nel Lazio 11,35%, in Campania 12,16% é il terzo partito, bene anche in Puglia 10,77%, 18 eletti su 40 arrivano da quelle regioni.
1.701.864 voti pari al 5,61% e 36 seggi (-1,36% e – 5 seggi), é comunque l’ultimo dei partiti ad essere presente con almeno un consigliere in ogni regione, partecipa a tutti le maggioranze con la DC tranne che in Veneto. Miglior risultato in Piemonte (7,37%), Basilicata (6,87%) e Campania (6,57%).
Per la prima volta supera il PLI, prende 961.797 voti pari al 3,17% e 19 seggi (+ 0,28% e + 1 seggio), non riesce ad entrare in consiglio solo in Basilicata e quindi rimane anche fuori dalla maggioranza, per il resto é con la DC dove governa. Bene in Emilia Romagna (3,89%) e Campania (3,63%), miglior risultato in Molise con il 4,51% che consente l’ingresso in consiglio.
749.821 voti pari al 2,47% e 11 seggi (-2,27% e – 16 seggi) dimezzato nei voti ed escluso da diversi consigli (Toscana, Marche, Umbria, Abruzzo, Basilicata e Calabria), ottiene il miglior risultato in Piemonte dove comunque passa dal 8,03% al 5,02% e da 4 a 2 seggi, rimane fuori da ogni maggioranza. Ultimo partito ad essere presente con liste in tutte le regioni.
271.216 voti pari allo 0,89% e 4 eletti, non presente nel 1970. Liste in Lombardia (2,47% e 2 seggi), Veneto (1,48%), Umbria (1,11%), Lazio (1,45% 1 seggio), Molise (1,17%), Campania (1,12% 1 seggio), pesa sul risultato nazionale l’assenza in diverse regioni anche importanti come popolazione.
Partito di Unità Proletaria, possiamo considerarlo l’erede del PSIUP. 147.030 voti pari al 0,48%, presente in Emilia-Romagna (1,62%), Toscana (2,06%), Marche (2,12%) e Calabria (2,74%) ottiene un eletto in ogni regione dove si presenta, non si incrocia mai con DP. Ultima delle liste a ottenere eletti.
Unità Popolare, 30.810 voti (0,10%) presente solo in Liguria (0,25%) Toscana (0,39%) Puglia (0,78% e Basilicata (0,85%), risultati e presenza in Toscana escluderebbero un lista in comune DP-PdUP.
Presente solo in Piemonte (dove non ci sono DP e PdUP) prende 24.634 (0,81% in regione) non arrivando lontanissima dall’eletto, assente a Cuneo e Vercelli.
Sinistra Indipendente, solo in Campania , 7.880 voti (0,27%) presente solo a Napoli e Salerno, simbolo non disponibile, ma riprendeva il Gallo del senatore Luigi Angrisani, espulso dal PSDI per aver, nel 1973 con cinque anni di anticipo, accusato il ministro Tanassi per quello che poi sarà lo scandalo Lockheed
Partito Giustizialista Italiano, solo in provincia di Roma, 3.418 voti (0,11% in regione). Capolista Carlo Antola, 35 preferenze.
Indipendente, come nel 1970 solo in Puglia, 2.068 in provincia di Bari , ventuno voti in più dei 2.047 del 1970! Capolista Alessio Di Napoli, 499 preferenze.
Si presenta solo in provincia di Milano , prende 1.452 voti (in regione fa 0,02%, nel 1972 si era presentata alle politiche a Milano-Pavia in provincia di Milano ne aveva presi 1.841.
DC – Indipendenti. Una lista di dissidenti DC? Oppure una lista locale? C’é solo in Molise dove prende 1.419 voti – 0,71%
Unità Popolare per il Socialismo, solo in provincia di Vercelli, prende 1.128 voti (0,40% in provincia, 0,04% in regione) capolista Roberto Gremmo, biellese, nato nel 1950 (42 preferenze) futuro esponente autonomista e fondatore di Piemont. Nel simbolo della lista falce e martello.
Unione Rifondazione Socialista Democratica, solo in Toscana, dove prende un pugno di voti, 488 (0,02%) anche perché si presenta solo in provincia di Siena (0,25%), il capolista, Nello Del Vespa, ottiene 28 preferenze. Da segnalare il garofano nel simbolo, quando venne adottato dal PSI la URSD andò per vie legali.
1980
Si vota il 8 e 9 giugno, rispetto al 1975 si registra un leggero aumento della DC e del PSI ed un calo del PCI che cede qualcosa alle estreme, in salita anche i liberali mentre perdono qualcosa PSI, PRI e MSI che però recupera quasi tutti i consiglieri persi dopo la scissione di DN, le liste presentate nelle 15 regioni al voto sono moltissime ma solo 9 ottengono seggi.
(1) DP non presente in Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia
Il PCI perde anche alcune regioni ed amministra solo quelle “storiche” : Emilia Romagna, Toscana ed Umbria ed il Piemonte fino al 15 luglio 1983, poi passa ad una maggioranza “pentapartitica” dopo le elezioni politiche.
RIEPILOGO GENERALE
Democrazia Cristiana
In maggioranza in 11 regioni su 15 e da luglio 1983 anche in Piemonte, esprime il presidente in Lombardia, Veneto, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Basilicata, in Molise con il 55,43% ed in Veneto con il 49,41% ha la maggioranza assoluta , in Abruzzo 20 seggi su 40
Partito Comunista Italiano
In lieve flessione rispetto al buon risultato del 1975, mantiene la presidenza in Emilia Romagna ed Umbria, mentre in Toscana si alterna con il PSI, in Toscana con il 48,18% ha 26 seggi su 50 e questo gli consente di governare, dopo il 31 maggio 1983, senza il PSI ma con il solo appoggio del PdUP come per tutta la legislatura in Emilia Romagna dove con il 46,47% ha 25 seggi su 50, in Umbria in maggioranza ma con presidente PSI. Primo partito anche in Liguria.
Partito Socialista Italiano
Leggero aumento di voti e seggi rispetto al 1975 ma é il numero dei presidenti, sei, che é notevole rispetto alle proporzioni del partito, governa il Piemonte con due maggioranze e perde quella della Toscana nel 1983, acquisendo però la Liguria sempre nello stesso anno, complessivamente é in maggioranza in tutte le regioni tranne l’Emilia Romagna, il Veneto e la Toscana dal 1983.
Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale
Perde circa mezzo punto e tre seggi, recuperando però i consiglieri passati a Democrazia Nazionale nel 1977, riesce ad eleggere almeno un rappresentante in ognuna delle 15 regioni ed é ovunque all’opposizione, miglior risultato in Campania (11,28% – 7 seggi), Lazio (10,09 – 6 seggi) e Puglia (9,30% – 4 seggi)
Partito Socialista Democratico Italiano
Perde ben sei seggi, passando da 36 a 30, é comunque rappresentato in tutte le regioni, all’opposizione solo in Emilia Romagna, Toscana ed Umbria, in Piemonte governa prima con il PCI e poi con la DC. Ottiene il miglior risultato in Campania (6,23%) e poi proprio in Piemonte, dove storicamente va meglio rispetto alla media nazionale, con il 5,98% e tre seggi.
Partito Repubblicano Italiano
Stabile rispetto al 1975 perde però un seggio (in Campania), non entra nel consiglio regionale in Basilicata, ottiene la presidenza della Liguria (primo presidente non DC, PCI o PSI) che cede al PSI nel 1983, all’opposizione solo in Veneto, Emilia Romagna, Toscana ed Umbria, in Piemonte governa prima con il PCI e poi con la DC, miglior risultato in Emilia Romagna con il 4,36%
Partito Liberale Italiano
Un piccolo aumento (0,23% ) che però porta 4 seggi in più rispetto al disastroso 1975, rientra nei consigli di Toscana e Marche, rimanendo sempre fuori in Umbria, Abruzzo, Basilicata e Calabria. In maggioranza in Piemonte (dal 1983), Lombardia, Liguria e Campania, come sempre miglior risultato in Piemonte con il 5,93% e tre consiglieri.
Partito di Unità Proletaria per il Comunismo
E’ l’ultima delle liste che si presenta in tutte le regioni, raddoppia i seggi (da 4 ad 8) rispetto al 1975 dove in alcune regioni non era presente, ottiene un seggio in Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio e Puglia, al governo con il PCI in Emilia Romagna e Toscana, miglior risultato 1,53% nelle Marche (dove però è assente DP) ed in Lombardia con 1,50%
Democrazia Proletaria
Nel 1975 si era presentata come cartello elettorale comprendente anche il PdUP, ottenendo 4 seggi, adottata la forma partito ed abbandonato il poco felice esperimento Nuova Sinistra Unita, ottiene tre seggi, in Lombardia (1,68% miglior risultato), Veneto e Campania, é assente in Emilia Romagna, Marche, Umbria, Molise e Puglia. Ultima formazione ad ottenere consiglieri e con una discreta copertura territoriale.
Lista Per Trieste
Non deve stupire la presenza di questa formazione in altre regioni, in realtà la “pulce” della Associazione per Trieste viene utilizzata per evitare la raccolta firme, grazie al seggio alla Camera ottenuto nel 1979, si presenta in Piemonte in combinata con Piemont di Roberto Gremmo ottenendo il 0,53%, meno bene in Lombardia (0,17%), Emilia Romagna (0,08%), anche perché non presente in tutte le province e Toscana , solo provincia di Pistoia (0,01%), in Toscana ed Emilia Romagna era insieme al Partito Democratico.
Liga Veneta
Antesignana della Lega Nord, si presenta per la prima volta in Veneto dove ottiene 13.326 pari allo 0,47%, la lista però era solo nelle province di Padova e Vicenza, qui ottiene il 2,08% , sicuramente se presente in tutta la regione avrebbe potuto ottenere almeno un seggio ( lo ottiene DP con il 0,96%), si rifarà nel 1983 quando riesce ad eleggere parlamentari alle politiche.
Unione Pensionati e Pensionandi
Si presenta solo nella provincia di Genova, ottiene 10.891 voti pari al 1,54%, su scala regionale 0,88%
Lega Comunista Rivoluzionaria
Presente in Piemonte, Lombardia, Liguria e Puglia ma limitatamente a poche se non una provincia per regione (Torino, Milano e Brescia, Genoa, Taranto), in totale 6.388 voti pari ad un poco significativo 0,02% nazionale
Lega Socialista Rivoluzionaria
Presente in Piemonte, Lombardia, Lazio e Campania limitatamente alla provincia del capoluogo di regione in totale 6.020 voti pari ad un poco significativo 0,02% nazionale
Lista di Lotta
Presente solo a Roma , 5,780 voti pari allo 0,25% , 0,19% su scala regionale
Nuova Riviera
Chiaramente solo in Liguria e solo in provincia di Imperia dove ottiene un dignitoso 2,81% (4.197 voti) che valgono solo lo 0,34% in regione, il capolista, Pietro Parise, prende 1.299 preferenze
Alleanza Civica
Presente solo a Roma , 3.863 voti pari allo 0,12% , 0,19% su scala regionale, in lista e secondo dei votati, dopo Raffaele d’Ambrosio, troviamo Cesare Crosta , nominativo che ricorre spesso in candidature politiche ed amministrative con liste “minori”.
Lista Civica Meneghina
Presente solo a Milano , 3.825 voti pari allo 0,15% , 0,07% su scala regionale
Partito Operaio Europeo
Partito che in questi anni si propone anche alle politiche in alcune circoscrizioni, sempre con pochissimi voti, si ripete alle regionali di Lombardia (Milano e Brescia) e Marche (Ascoli) in tutto solo 3.070 voti, con uno 0,23% ad Ascoli come miglior risultato percentuale.
Partito Cristiano di Azione Sociale
Presente anche alle politiche 1979 e 1983, il leader é Carlo Fatuzzo, si presenta solo a Bergamo, 2.738 voti (0,49%) su scala regionale 0,05%
Nuova Sinistra Molisana
2.597 volti, 1.27% in Molise dove é assente Democrazia Proletaria
Lista Radicale Pugliese
Solo in provincia di Taranto, 1.868 voti (0,57%) in regione valgono lo 0,09%
Artigiani Commercianti Molisani
1.553 volti, 0,76% in Molise ma solo in provincia di Campobasso (1,06%)
Partito Progressista d’Abruzzo
Presente anche alle politiche 1979, sempre in Abruzzo, il simbolo é quello con, per le regionali, l’aggiunta del nome del partito., 1.256 voti in provincia de L’Aquila (0,65%), pari allo 0,16% in regione
1985
Si vota il 12 e 13 maggio 1985 , rispetto alle regionali 1980 c’é un piccolo calo di DC e PSI ma sostanzialmente i numeri sono quelli del 1980, entrano nei consigli i Verdi e la Liga Veneta.
Il PCI si riconferma nelle sue regioni (Emilia Romagna, Toscana ed Umbria) le altre 12 vanno al pentapartito con il PSI che é in maggioranza ovunque tranne che in Emilia Romagna dove il PCI ha i numeri per governare da solo. Stesso discorso per il PSDI che non é però presente in Basilicata.
RIEPILOGO GENERALE
Democrazia Cristiana
11.224.054 voti 35,03% e 276 seggi, perde 1,72% e 14 consiglieri, al governo in 12 regioni con la presidenza di otto regioni, in Molise al 56,49% , in Veneto al 45,91%
Partito Comunista Italiano
9.686.288 VOTI 30,23% e 225 seggi, perde 1,28% e 8 consiglieri, presidenze in Emilia-Romagna, Toscana ed Umbria, é il primo partito anche in Liguria ma resta all’opposizione. In Emilia con il 47,04% conquista 26 seggi su 50 , in Toscana con il 46,22% 25 su 50.
Partito Socialista Italiano
4.270.964 voti 13,33% e 94 consiglieri, aumenta di 0,64% e 8 seggi, praticamente impossibile governare senza il PSI, ha quattro presidenti (quindi uno più del PCI) ed é in maggioranza in 14 regioni, ottiene il miglior risultato in Calabria 17,87%, bene anche in Lombardia con il 15,38%.
Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale
2.088.111 voti 6,52% e 41 consiglieri, aumenta di 0,63% e 4 seggi, l’aumento di seggi é più al centronord (Piemonte, Lombardia, Emilia, Toscana, Umbria e Marche) Ne perde invece due in Campania ed 1 in Basilicata, più 1 in Puglia che con il 10,28% da il risultato migliore, ovunque all’opposizione.
Partito Repubblicano Italiano
1.281.146 voti 4,00% e 25 consiglieri, aumenta di 0,95%e 7 consiglieri, riesce così ad essere presente in tutte le regioni e entra nelle maggioranze pentapartitiche o di centrosinistra, bene in Lombardia 4,79% e 4 seggi ed in Emilia Romagna 4,70%.
Partito Socialista Democratico Italiano
1.153.183 voti 3,60% e 23 consiglieri, perde 1,36% e 7 consiglieri, rimane quindi fuori dal consiglio regionale dell’Umbria, entra in maggioranza con PCI e PSI in Toscana oltre che nelle regioni amministrate dal pentapartito, va meglio al sud con il 6,22% in Basilicata ed il 5,67% in Calabria.
Partito Liberale Italiano
703.372 voti 2,20% e 13 consiglieri, perde il 0,50% e 2 seggi, non entra in consiglio in Toscana, Umbria, Basilicata e Calabria, nelle altre regione ha un seggio tranne che in Piemonte dove con il 5,07% ne ottiene 3 , in maggioranza in diverse regioni.
Lista Verde
584.393 1,82% e 10 consiglieri, non presente in Umbria, Molise, Basilicata e Calabria. Anche se non ancora strutturati come movimento politico organizzato i Verdi sono la novità di questa tornata elettorale, ottengono seggi in tutte le regioni dove si presentano tranne Abruzzo e Puglia, in Lombardia 2,40% e due consiglieri, in Veneto 2,59%. Non prendono parte a maggioranze.
Democrazia Proletaria
470.743 voti 1,47% e 9 consiglieri, aumenta di 0,56% e 6 seggi, recupera voti dal PdUP che era confluito nel PCI, riesce ad entrare in consiglio in Piemonte, Lombardia (2,24% e 2 seggi), Veneto, Liguria, Toscana, Lazio, Campania e Calabria. Resta sempre all’opposizione.
Liga Veneta
112,275 voti ottenuti in Veneto pari al 3,73% regionale, elegge due consiglieri, era già presente nel 1980 ma solo in due province quindi il raffronto non é significativo. In altre regioni del nord presta il suo simbolo a formazioni autonomiste, in Emilia e nel centro su all’Alleanza Pensionati, in questo modo viene evitata l’incombenza delle firme.
Partito Nazionale Pensionati
Si presenta in tutte le regioni tranne Marche, Molise e Basilicata, ottiene 97.983 voti pari al 0,30% e nessun seggio, un risultato decisamente inferiore a quello delle politiche 1983 quando aveva sfiorato l’ingresso in parlamento, probabilmente anche per la non presenza in tutte le province, nel Lazio (ma solo Roma) é insieme ad una lista locale.
Alleanza Italiana Pensionati
88.555 voti 0,28% un consigliere eletto nel Lazio. Grazie all’inserimento della “pulce” della Liga Veneta aggira l’ostacolo firme e si presenta in tutte le regioni del centro sud ed in Emilia Romagna, miglior risultato nel Lazio con 0,90% elegge l’ex DC Filippo De Jorio.
Lista Verde Civica
Si presenta solo in Piemonte dove ottiene 52.240 voti, 1,73% ed 1 seggio, si tratta di una formazione legata al Partito Radicale, infatti i più votati sono Adelaide Aglietta ed Enzo Tortora che sono già parlamentati, subentra quindi Angelo Pezzana.
Union Valdotaine Partito Democratico-UPAP-Ecologia
Grazie all’esenzione di UV il Partito Democratico si presenta in Liguria, Lombardia, Emilia, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Abruzzo, Campania, Puglia e Basilicata, in nessuna regione ottiene risultati significativi, il migliore in Umbria con lo 0,40%, in tutto 50.628 voti apri allo 0,15% , poco anche considerando l’assenza in Piemonte, Lazio, Veneto e Calabria.
Piemont
il leader di Union Piemonteisa , Roberto Gremmo, é l’ideatore della “pulce” di partiti presenti in parlamento, con questo sistema si evita la raccolta delle firme, Piemont inserisce il logo de Liga Veneta ed ottiene 33.078 voti pari al 1,13% ma nessun eletto, anche se non ci va lontano.
Lega Lombarda
Ecco il debutto della Lega Lombarda che poi diventerà Lega Nord e poi solo Lega, con la “pulce” della Liga Veneta, non ha un grosso successo: 28.074 voti 0,46% e nessun eletto. Per qualche motivo, pur avendo l’esenzione dalle firme, non é presente a Milano e Como e questo incide senza dubbio sul risultato
Alleanza Pensionati d’Italia
Si presenta solo in Piemonte ottenendo 23.927 voti pari al 0.79% (solo nelle province di Torino, Asti ed Alessandria)
Partito Verde Italiano – Verdi d’Europa
La lista é presente solo in provincia di Napoli dove ottiene 13.085 pari allo 0,78% (su scala regionale 0,41%).
Movimento Meridionale
Si presenta in tutta la Calabria ottenendo 11.930 voti pari al 1,01%, bene in provincia di Reggio con l’1,48% (percentuale che se ripetuta in tutta la regione avrebbe portato un seggio), più votato Francesco Catanzariti con 2426 preferenze
Caccia Pesca Ambiente
Presente solo in Toscana limitatamente alle provincedi Firenze, Livorno, Lucca e Pistoia, prende 10.797 voti pari al 0,42%, bene in provincia di Lucca con il 1,55%
Unione Pensionati
In Liguria la Liga Veneta presta il suo simbolo all’Unione Pensionati che così evita le firme, arrivano 10,751 voti (0,87%), era presente anche nel 1980 ma solo a Genova.
Partito Umanista
Nato nel 1984 e ispiratosi alle idee del Nuovo umanesimo di Mario Rodriguez Cobos (Silo), che avevano già dato impulso al Movimento umanista, il nastro di Moebius, ritenuto “simbolo della continuità dell’uomo”, si presenta in Lombardia, Toscana, Lazio e Campania raccogliendo pochi voto anche a causa della presenza limitata ad alcune province (Milano, Roma) in tutto 10.335 pari allo 0,03%
Partito Monarchico Nazionale
Il partito esiste da molti anni e si era presentato a diverse elezioni nazionali, sempre senza molto successo, questa volta presenta liste in Lombardia (Milano), Lazio (Roma) ed la provincia di Benevento, in tutto solo 9.703 voti pari al 0,03%, a Milano si registra l’ennesima candidatura di Cesare Crosta
Liga Veneta Serenissima
Fondata dal deputato Tramarin, eletto con la Liga Veneta ma poi uscito dal partito, ottiene il 0,22% con un simbolo identico a quello della liga originale, si presenta solo in provincia di Padova (1,15%).
Lista di Lotta
Formazione di estrema sinistra presente solo a Roma, 5.617 voti 0,23% su scala regionale il 0,17%
Lista Locale Campania
Impossibile capire il nome di questa lista che ha solo una tromba nel simbolo, si presenta in Campania, 5.370 voti 0,17%
Socialdemocrazia Europea
Presente solo a Roma, 4.200 voti 0,17% su scala regionale il 0,12%, più votato Angelo Cassandra 653 preferenze.
Partito Nazionale Inquilini
3.766 voti in Campania, 0,12%, si era presentato anche alle politiche.