1972 Elezioni Politiche
Furono le prime elezioni anticipate della storia repubblicana, le consultazioni portarono ad un riconferma della Democrazia Cristiana come primo partito e riconsegnarono al centro-sinistra la maggioranza assoluta dei votanti e del Parlamento, con un lieve incremento, dovuto soprattutto all’avanzata del PRI, mentre PSI e PSDI confermano sostanzialmente i voti del disciolto PSU L’opposizione di sinistra subì un arretramento a causa della debacle del PSIUP , che dimezzò il proprio risultato, mentre il PCI , guidato da poco da Enrico Berlinguer , si mantenne stabile. Sul fronte della destra, il MSI-DN raddoppiò i propri votanti, ottenendo il suo massimo storico, mentre il PLI registrò un forte arretramento.
Sistema di voto ed il numero dei parlamentari da eleggere rimasero immutati.
Nel febbraio del 1972 il PSI lasciò il governo Colombo , aprendo una crisi politica a cui cercò di rimediare Giulio Andreotti. Il suo tentativo però fallì e il suo primo governo non ottenne la fiducia del Parlamento. Il Presidente della Repubblica, Giovanni Leone, decise quindi di sciogliere anticipatamente le Camere e indire nuove elezioni. Ciò provocò le dure contestazioni del Partito Radicale , il quale sosteneva che le camere fossero state sciolte in anticipo per sfruttare ad arte la norma che impediva di tenere referendum nello stesso anno in cui si fossero tenute elezioni politiche. Questo, secondo gli stessi radicali, al fine di evitare il referendum sulla cosiddetta «legge Fortuna-Baslini» in materia di divorzio.
durante la Legislatura si alternarono questi Governi
Leone II – dal 24/06/1968 al 12/12/1968 – DC
Rumor I – dal 12/12/1968 al 5/08/1969 – DC-PSU-PRI
Rumor II – dal 5/08/1969 al 27/03/1970 – DC
Rumor III – dal 27/03/1970 al 6/08/1970 – DC- PSI- PSDI – PRI
Colombo – dal 6/08/1970 al 17/02/1972 – DC-PSI-PSDI -PRI
Andreotti I – dal 17/02/1972 al 26/06/1972 -DC
Il 7 giugno 1970 si era votato, per la prima volta, per eleggere i consigli delle 15 regioni a statuto ordinario – consulta questo articolo per approfondire.
Si vota il 7 maggio.
Specchietto con tutti i risultati per Circoscrizione
Specchietto con tutti i risultati per Regione
Democrazia Cristiana
Leader : Arnaldo Forlani
Il 5 novembre 1969 il Consiglio Nazionale elegge Forlani segretario della DC, la guiderà fino al 17/06/1973 (ritornerà segretario dopo vent’anni nel 1989), il partito aveva sempre espresso il Presidente del Consiglio, nel 1971 fu eletto alla Presidenza della Repubblica Giovanni Leone, con i voti determinanti di MSI e PDIUM, il candidato ufficiale della DC era Amintore Fanfani, presidente del Senato.
Ed era proprio il MSI-DN, in forte ascesa, l’avversario elettorale più temuta dalla DC che, come sempre, impiantò una campagna elettorale contro gli opposti estremismi, significativi i manifesti che sono al lato, nessuna idea o proposta, solo la demonizzazione dell’avversario.
La manovra riesce perché alla Camera prende 12.912.466 voti pari al 38,66% , perde solo il 0,46% e conferma i 266 deputati (in realtà aumenta di uno, visto che in Valle d’Aosta nel 1968 aveva vinto e questa volta si era presentata in un cartello con altri partiti), come sempre il migliori risultati arrivano a Verona (57,04%), Brescia-Bergamo (55,45), bene anche in Molise (55,06%), buoni risultati nel nord e nel centro sud, solo nelle regioni “rosse” (Emilia-Romagna, Toscana, Umbria é intorno al 30%. Discorso analogo per il Senato, 38,07% ( – 0,27%) e conferma 135 senatori.
Partito Comunista Italiano
Leader : Enrico Berlinguer
Il 17 marzo 19712 diventa segretario Enrico Berlinguer che lo rimarrà fino al 11 giugno 1984, giorno della sua morte, nel 1968 durante la segreteria Longo, a differenza del 1956, il partito si schierò contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia. questo causò la fuori uscita di alcuni esponenti. Nel corso della legislatura verrà iniziata un fase di avvicinamento alle forze di centro e si paventa anche una partecipazione al governo che poi si tradurrà in un appoggio ai governi di solidarietà nazionale.
Alla Camera ottiene 9.068.961 pari al 27,15% (aumenta di 0,24%) e 179 deputati, due in più rispetto al 1968, quindi stabile.
Come sempre i migliori risultati arrivano dalle regioni storiche, Circ. Bologna (44,85%), Parma (42,70%), Firenze (45,09%), Siena (45,82%), Pisa (36,63%), Perugia (39,11), Marche (32,85%) bene anche a Torino (29,59%) ma primo partito a Torino città (30,01%) ed in Liguria (31,61%) e primo a Genova città (33,49%), meno bene in Lombardia e Veneto dove spesso é sotto il 20%, discreti i risultati anche nel sud con una punta del 27,67 a Bari-Foggia.
Come nel 1968 sui presenta con il PSIUP utilizzando due simboli diversi per le due elezioni. Rispetto al 1968 perde il 2,40% e 10 senatori, va detto che in Sardegna si presenta con il PSdAz , 26,83% e tre eletti , tutti in capo al PCI-PSIUP. In Molise con il PSI, 26,475 ma nessun eletto, di fatto sono solo 7 i seggi in meno, gli eletti in quota PSIUP sono 11 ma il 1 agosto 1972 confluiranno nel gruppo del PCI in otto, due vanno al PSI ed uno alla Sinistra Indipendente, gruppo di 10 membri eletti nelel liste PCI-PSIUP.
Partito Socialista Italiano
Leader : Francesco De Martino
Conclusa frettolosamente la fusione con il PSDI i due partiti tornano a presentarsi separatamente, ma la cosa non porta grandi vantaggi, infatti il PSI prende 3.208.497 voti pari al 9,61% , nel 1968 il PSU aveva preso il 14,48% e nel 1963 il solo PSI il 13,84%, si registra comunque un calo e, soprattutto, misteriosamente, i voti persi dal PSIUP non rientrano.
i deputati eletti sono 61, a fine legislatura precedente il gruppo era di 62, i risultati sono piuttosto omogenei su tutto il territorio nazionale, con una punta del 14,58% a Mantova-Cremona, in molte circoscrizioni del sud é superato dal MSI-DN.
Al senato é al 10,71%, leggermente favorito dall’assenza di una lista PSIUP autonoma e di altre formazioni di sinistra, nel 1968 il PSU aveva preso il 15,22%, nel 1963 il PSI il 13,84%, elegge 33 senatori mentre il gruppo a fine legislatura precedente ne contava 35. Il PSI imposta parte della sua campagna elettorale contro il MSI-DN, probabilmente temendo un superamento al terzo posto da parte della Destra Nazionale, superamento che non avviene per meno di un punto percentuale..
Apporta una leggera modifica al simbolo inserendo la sigla P.S.I., forse per renderlo più riconoscibile visto la presenza di altri due partiti con nome Socialista.
Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale
Leader: Giorgio Almirante
Il 28 giugno 1969 era diventato segretario nazionale Giorgio Almirante, aveva sostituito Arturo Michelini, mancato il 15 giugno. Nel febbraio del 1972 viene formata una alleanza elettorale con il PDIUM, ormai ridotto al lumicino, il 10 luglio il partito monarchico confluisce nel MSI-DN. Nel 1969 rientra nel MSI il gruppo di Ordine Nuovo guidato da Pino Rauti che era uscito nel 1957. Nel 1970 scoppia la rivolta popolare di Reggio Calabria contro l’assegnazione del capoluogo di regione a Catanzaro, organizzata principalmente da Francesco “Ciccio” Franco, leader dei “Boia chi molla!” ed esponente della CISNAL, il sindacato vicino al MSI.
Il MSI-DN ottiene 2.894.722 voti pari al 8,67% e 56 deputati, nel 1969 avevano ottenuto MSI 4,45% 24 seggi, PDIUM 1,30% 6 seggi, un notevole aumento anche se inferiore al risultato dei due partiti nel 1953. I risultati sono buoni in tutta Italia, a Milano città prende il 10,35% , il 6,81% nella circoscrizione, ma sono ottimi nel centrosud, a Roma 14,77% (17,43% nella capitale), a Napoli-Caserta il 18,57% (26,31% in città terzo dopo il PCI al 27,83%), a Catania il 18,27% in città il 30,61%, secondo partito dietro la DC al 33,39%, secondo partito anche nella città di Lecce con 20,88%, primo partito a Reggio Calabria con il 36,26%, diversi gli esponenti monarchici eletti, tra questi Lauro, Covelli e Birindelli che poi lascia il partito, dopo esserne stato anche presidente, in contrasto con Almirante.
Anche al Senato molto bene, 9,19% e 26 senatori, nel 1968 i due partiti, separati o con liste comuni, avevano preso il 6,67% ed eletto 13 senatori, i migliori risultati: Lazio 15,56%, Campania 18,24%, Puglia 13,92% (Crollalanza 23,40% a Bari), Calabria 15,26% (Franco il 38,52% a Reggio Calabria), Sicilia 16,80%, ma anche nel nord vengono eletti 5 senatori ed uno in Toscana, in Piemonte fa scalpore l’elezione del filosofo Armando Plebe, con un passato marxista e poi socialdemocratico.
Partito Socialista Democratico Italiano
Leader: Mario Tanassi
Ormai partito di Governo, si presenta da solo dopo l’esperienza del PSU, il partito é guidato da Tanassi solo per il periodo delle elezioni, da febbraio a giugno, poi gli succede Flavio Orlandi.
Alla Camera prende 1.718.142 voti pari al 5,14% e 29 deputati, lo stesso numero di quelli eletti nella lista comune PSU, nel 1963 aveva il 6,10 e 33 seggi.
Migliori i risultati nel nord, quasi il 7% in Piemonte e 9,60% a Belluno-Udine-Gorizia-Pordenone.
Al senato prende il 5,36% e 11 eletti, erano 10 quelli eletti nella lista comune PSU, nel 1963 aveva preso il 6,35% e 14 senatori.
In Sardegna si presenta con il PRI ma non ottiene seggi, bene in Friuli con il 8,82% ma inutile perchè il seggio non scatta, più utile il risultato in Piemonte 7,67% che porta due eletti.
Dal 7 luglio 1969 al 18 febbraio 1971 il partito assunse il nome PSU – Partito Socialista Unitario
Partito Liberale Italiano
Leader: Giovanni Malagodi
Fuori dal Governo , vi rientra durante questa legislatura, ma non affine allo schieramento di destra (MSi e monarchici), il PLI viene penalizzato elettoralmente, prende 1.300.439 voti pari al 3,89% e 20 deputati, perde quasi due punti ( -1,94%) e 11 seggi, praticamente un terzo., quasi dimezzato rispetto al 1963.
La dimostrazione del suo isolamento é la presentazione di candidature indipendenti in Valle d’Aosta, senza la minima possibilità di successo.
Meglio al Nord, Torino 7,90%, Cuneo 6,65%, Milano 6,10% , male nel sud e questa volta nemmeno dalla Sicilia arrivano grandi risultati.
Al Senato ottiene il 4,38% ed otto eletti, nel 1968 il 6,79% e 16 senatori, quindi ne perde la metà esatta, i senatori sono eletti in Piemonte (2), Lombardia (2), Vento (1), Lazio (1), Campania (1) e Sicilia (1). Probabile che il flusso in uscita sia verso il MSI-DN, voti monarchici che ritornano.
Partito Repubblicano Italiano
Leader: Ugo La Malfa
il PRI, per anni stabile, ha un leggero aumento ottiene 954.357 voti pari al 2,86% e 15 deputati aumentando di 0,89% e di sei seggi.
Miglior risultato nella Circoscrizione Bologna-Ferrara -Ravenna-Forlì con un 20,61% a Ravenna città, secondo partito dietro il PCI.
Bene anche al Senato, con 3,05% (+ 0,88%) e 5 eletti, nel 19689 ne aveva ottenuti solo 2, i senatori sono in Lombardia, Emilia-Romagna, Lazio, Campania e Sicilia dove il PRI prende il 4,57%, in Sardegna si presenta con il PSDI, 4,52% ma nessun eletto.
Per la prima volta inserisce il nome completo del partito nel simbolo che viene anche graficamente migliorato.
Sudtiroler Volkspartei
Leader: Silvius Magnago
Come sempre presenta solo in Trentino-Alto Adige accantonando la negativa esperienza del 1968 quando avevav cercato di dar vita ad un cartello autonomista nazionale.
Ottiene 153.674 voti alla Camera, 0,46% su scala nazionale, 30,12% in T.A.A. ed i soliti 3 seggi, al Senato subisce la concorrenza di una lista di fuoriusciti e prende 113.452 (0,38% nazionale) ed il 24,94% in Regione dove presenta in tuti i sei collegi in comune con il Partito Popolare Trentino Tirolese, per la prima volta a Bressanone non supera il 65%, in precedenza superava sempre il 80%.
Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria
Leader.Dario Valori
nato nel 1964 da uno scissione del PSI, contrari alla unificazione con il PSDI ed alla linea filo governativa, nel 1968 aveva avurto un buon risultato con il 4,45% e 23 eletti alla Camera, mentre al Senato si presenta con il PCI, nel 1972 riconferma le liste comuni PCI-PSIUP al Senato, eleggendo 11 senatori riconducibili al PSIU, ma alla Camera succede un fatto che resterà negli annali delle elezioni politiche italiane.
il partito perde ben il 2,51% passando a 648.591 e lo 1,94%, in passato formazioni con percentuali minori o simili (ad esempio il MSI nel 1948, il PRI quasi sempre, i monarchici divise nel 1958 ed insieme nel 1963 e 19689 erano comunque riusciti ad eleggere una pattuglia di deputati, ma il PSIUP, contrariamente ai casi citati, non ottiene il quorum in nessuna circoscrizione, nemmeno in quelle maggiori, a Milano 1,79% mancano circa 10.000 voti, a Roma solo l.1,00% superato anche da il Manifesto, a Napoli l’1,19%, il miglior risultato lo prende in Sardegna (2,82%) ed a Bergamo-Brescia (2,66%) ma il numero di seggi assegnati a quelle circoscrizioni é troppo basso per far scattare il quorum. Dopo questa clamorosa esclusione il partito si scioglie confluendo nel PCI ad eccezione di una minoranza che comprendeva i senatori Nicola Corretto e Vincenzo Gatto che ritornò al PSI, l’ala di sinistra (contava il 23%) fondò il Nuovo PSIUP al quale aderì il senatore Delio Rossi, nel dicembre del 1972 insieme ad Alternativa Socialista ed altri daranno vita al Partito di Unità Proletaria (PdUP).
I voti persi dal PSIUP, comunque, non sono recuperati dal PSI, probabilmente finiscono al PCI che così compensa piccole fuoriuscite di elettorato verso l’estrema sinistra.
Il Manifesto
Leader: Lucio Magri e Rossana Rossandra
Nato come rivista politica mensile nel 1969, nel 1971 si trasforma in quotidiano, ancora oggi esistente. Rossana Rossanda era stata deputato PCI dal 1963 al 1968. Il gruppo legato alla rivista entra in contrast con il PCI a seguito di divergenze sulla occupazione sovietica della Cecoslovacchia.
Vengono espulsi i deputati Luigi Pintor, Aldo Natoli e Massimo Caprara (che era stato il segretario personale di Togliatti per 20 anni).
Il gruppo si presenta alle elezioni, solo alla Camera ed invitando a votare PCI al Senato. Prende 224.313 voti pari allo 0,67%, solo a Roma supera l’1% con l, 1,15%, il più votato é Pietro Valpreda con 11.605 preferenze, Valpreda, anarchico, accusato nel 1969 della strage di piazza Fontana e poi assolto, si trovava in prigione.
Movimento Politico dei Lavoratori
Leader: Livio Labor
Fondato il 29/10/1971 da Labor (ex presidente ACLI) , Giovanni Russo Spena , Luigi Covatta e Gennaro Acquaviva , Monti, e Pierluigi Martini che saranno tutti parlamentari, eletti in partiti di sinistra, nelle legislature successive e Corrado Clini (Ministro dell’Ambiente con Mario, al MPL aderiscono i deputato Giuseppe Gerbino (DC) ed Cesare Pirisi (PSI).
Si presenta ovunque ad eccezione di Lecce e naturalmente Aosta, ma i risultati sono veramente deludenti, prende 120.251 voti pari al 0,36% ed da nessuna parte supera l’uno per cento, arrivando quindi lontanissimo da fare un quorum pieno, miglior risultati a Lecce (0,84%) e Venezia (0,76%). Dopo la delusione elettorale il partito si scioglie, la maggior parte aderisce al PSI, mentre una minoranza, guidata da Russo Spena, fonda Alternativa Socialista che in seguito confluirà nel Partito di Unità Proletaria per il Comunismo (PdUP) con il Nuovo PSIUP.
Partito Comunista (Marxista-Leninista) Italiano
Leader: Aldo Brandirali
Fondato nel 1968 come Unione dei Comunisti Italiani (Marxisti-Leninisti), prende questa denominazione nel 1972, da Brandirali (che nel 2001 sarà assessore per Forza Italia a Milano….) ed Enzo Lo Giudice provenienti dal PSIUP, si scioglie nel 1978 dopo diverse scissioni che avevano ridotto la formazione a poche decine di militanti,
Si presenta in 24 circoscrizioni (assente in TAA, Belluno, Siena, Marche, Molise, Basilicata, Trieste ed Aosta), nonostante la buona copertura arrivano solo 86.038 voti (0,26%), da nessuna parte supera l’unopercento con miglior risultato a Lecce (0,67%) dove é davanti allo PSIUP. Contrariamente alle altre formazioni di sinistra si presenta anche al Senato ma solo in Lombardia (0,56%) cogliendo il 1,25% nel collegio di Monza con la partigiana della Brigata Matteotti Rosetta Villa
DC- UV -RV – PSDI
Lista DC, PSDI e liste autonomiste in Valle d’Aosta, l’Union Valdotaine ed il Rassemblement Valdotaine , elegge un deputato ed un senatore, Germano Ollietti ed Oreste Marcoz, ma al momento del voto i due sono entrambe deceduti in un incidente stradale il 25 aprile, essendo collegio uninominale si deve rivotare il 6 e 27 novembre, vengono eletti alla Camera Emilio Chanoux ed al Senato Giuseppe Fillietroz , entrambe aderiscono al gruppo misto, ( il simbolo usato nel 1972 é leggermente diverso da quello a lato).
Democrazia Popolare
Si presenta solo in Valle d’Aosta, rappresenta le forze di sinistra, infatti non ci sono candidature di PCI, PSI e PSIUP, raccoglie alla Camera il 41,92% ed al Senato il 42,12%, il simbolo (purtroppo non di migliori) é quello del Senato, alla Camera usa un logo con due bandiere della regione.
Partito Autonomo Pensionati d’Italia
Si presenta solo nelle due circoscrizioni della Campania, ottenendo il 0,56 in entrambe, in tutto 15304 voti. Un passo indietro rispetto al 1968 (41716 voti e 5 circo. coperte) e sopra tutto il 1963 (17 circoscrizioni e 87655 voti).
I più votati sono Ettore Calvelli a Napoli (1307 preferenze) e Donato Sanità a BN-AV-SA (783 )
Stella Rossa – Rivoluzione Socialista
Una delle tante liste con falce e martello presenti, si vede solo nelle Circoscrizioni di Genova (0,37%), Pisa (0,14% e Roma (0,11%) dove il più votato é Vincenzo Calò con 297 prefereze, in totale i voti sono 9108 (per un non indicativo 0,03% su scala nazionale). In queste tre circoscrizioni sono ben sei le liste con falce e martello nel simbolo.
Azione Cristiana Popolare
Leader: Agostino Greggi
Greggi, deputato DC dal 1963 al 1972, divenne noto alle cronache per le iniziative assunte, -anche in sede giudiziaria, n per contrastare quello che egli, dal suo punto di vista, riteneva fosse il degrado dei costumi sociali del tempo., fece epoca la sua azione legale contro un manifesto in abiti succinti della Bardot. presentò numerosi progetti di legge ispirati ai principi sociali della Chiesa, come quelli sul decentramento industriale, sulla casa in proprietà ad ogni famiglia, sugli assegni familiari.
Di fronte al prospettarsi del compromesso storico esce dalla DC e si presenta autonomamente, la lista era presente solo nelle circoscrizioni di Roma (7.333 voti – 0,26%) e Catania (1.735 voti – 0,13%), a Roma Greggi prende 2053 preferenze (nel 1968 ne aveva prese 65.827 che, se trasformate in voti per la lista, avrebbero fatto scattare un seggio. Presente anche in alcuni collegi senatoriali del Lazio (2.713 voti – 0,10%). In seguito Greggi aderisce al MSI-DN tramite la Costituente di Destra per le libertà, non viene eletto nel 1976 ma ritorna invece alla Camera nel 1979, lascia il gruppo del MSI-DN nel 1981, sua l’iniziativa parlamentare per l condono della squalifica dei calciatori implicati nel calcio-scommesse, adottata dopo la vittoria dei mondiali del 1982.
Rinnovamento Democratico Nazionale
La lista compare solo a Torino-Novara-Vercelli, composta da tre candidati, il più votato é Eligio Caraffa che prende 162 preferenze sui 5.893 voti che arrivano in totale (0,28%)
Partito Comunista Siciliano (Marxista-Leninista)
Esiste una via siciliana al comunismo? I fautori di questa lista evidentemente ne sono convinti e si presentano nella circoscrizione di Catania, arrivano 2.958 voti (0,22%) la lista è di soli tre candidati, il più votato é Giovanni Armenia con 812 voti.
Anche in questa circoscrizione sono ben sei le liste con falce e martello nel simbolo.
Fronte Nazionale Siciliano
Movimento ancora attivo in Sicilia, riprende le istanze del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, presente con quattro seggi nell’Assemblea Costituente, si presenta solo nella Circoscrizione di Palermo senza molto successo, ottiene 2884 voti (0,24), il capolista é il leader del partito, Liborio Poero, che prende 650 preferenze.
Unione di Forze Democratiche
Con un simbolo che propone la Seconda Repubblica Italiana (meglio specificare, non si sa mai….) la U.F.D. si presenta solo a Milano-Pavia, arrivano 2.190 voti (0,08%), il più votato, Piero Predelli, prende 152 preferenze.
Partito Agricoltori
Era già presente nel 1968, sempre e solo in Molise, prende 1706 voti (0,91%), peggiorando anche rispetto alla precedente tornata (2.061 voti), la presenza è simbolica e del tutto senza possibiltà visto che il quorum in Molise richiede circa il 20%….
Fronte dell’Uomo Qualunque
Leader: Cesare Crosta
Nulla a che spartire con la formazione presente nel 1946 e nel 1948. Cesare Crosta, che nelle due precedenti tornate elettorali si era proposto con il Partito Monarchico Nazionale ottenendo scarsi risultati, nel 1972 rispolvera il simbolo dell’Uomo Qualunque nella circoscrizione di Roma, arrivano solo 1017 voti, 0,04% e 152 preferenze per Crosta.
PRESENTE SOLO AL SENATO
Partito Sardo d’Azione
Non presenta alla Camera, candidando Carlo Sanna nelle liste PSIUP , questo spiega il buon risultato in Sardegna.
Al Senato si presenta con PCI-PSIUP inserendo nel simbolo la scritta Unità Autonomistica, ottenendo il 26,83% e tre eletti ma nessuno riconducibile al PSdAz, quindi non sarà rappresentato in Parlamento
Sozialdemokratische Partei Sudtirols
Il gruppo si presenta solo in tre collegi del Trentino Alto Adige, ha un buon risultato, 20,69%, a Bressanone, meno bene a Bolzano (7,22%) e quasi nulla a Mezzolombardo (0,55%), in tutto 28.635 voti pari al 6,32% sottratti sicuramente alla SVP che, infatti, per la prima volta nel collegio di Bressanone non supera l’80% ma si ferma al 64%, il candidato era Johann Hans Dietl, deputato uscente SVP espulso perché contrario all’accordo tra governo provinciale e nazionale, nel 1973 fonderà il Sozialdemokratische Partei Südtirols.
SIMBOLI DEPOSITATI MA NON PRESENTI ALLE ELEZIONI
Come sempre vengono depositati diversi simboli che poi non saranno presenti sulle schede, in alcuni casi si tratta di deposito a titolo cautelativo in altri solo per ribadire la propria esistenza, fose in qualche caso non sono state raccolte tutte le firme necessarie.
FIGC
COLTIVATORI DIRETTI
Liberi Pensatori Europei
Federazione per il riconoscimento delle esigenze degli emarginati
Movimento Emigrati Italiani
Movimento Nazionale Unitario
Movimento Reazionario Nazionale
Partito Nazionale Democratico
Partito Solidarista Italiano